Call us now:
Perché trasferirsi in Thailandia richiede un’assistenza legale completa
Ogni anno, numerosi espatriati, famiglie, imprenditori e pensionati decidono di trasferirsi in Thailandia per l’elevata qualità della vita, la sicurezza, le infrastrutture moderne e le prospettive economiche. Tuttavia, andare a vivere in Thailandia significa orientarsi in un contesto giuridico che comprende l’Immigration Act B.E. 2522, il Land Code Act B.E. 2497, il Revenue Code, il Foreign Business Act B.E. 2542 e numerose altre normative settoriali. Per molti, trasferirsi in Thailandia inizia con la scelta del visto, ma in realtà questo è solo uno dei tanti passi da compiere. Gli espatriati devono anche comprendere le norme in materia di residenza fiscale, le restrizioni immobiliari, i requisiti per lavorare legalmente, i rischi legati all’acquisto di un immobile e la strutturazione dei propri redditi.
Benoit & Partners assiste gli stranieri in tutte le procedure, dalla scelta del visto più adatto alla creazione di un’impresa, alla due diligence di un immobile, all’analisi fiscale o alla rappresentanza dinanzi alle amministrazioni. Il nostro approccio globale garantisce un livello di sicurezza indispensabile per coloro che desiderano andare a vivere in Thailandia in tutta serenità.
Indice dei contenuti
Vivere in Thailandia: il quadro giuridico essenziale da conoscere prima di trasferirsi
Andare a vivere in Thailandia significa comprendere un contesto giuridico molto diverso dal sistema europeo. Il soggiorno, il diritto al lavoro e la fiscalità sono rigorosamente disciplinati da testi precisi, in particolare l’Immigration Act B.E. 2522, il Royal Decree on the Management of Foreign Workers e il Revenue Code. Molti espatriati pensano che ottenere un visto sia sufficiente per trasferirsi, mentre la maggior parte degli obblighi realmente importanti emergono dopo l’arrivo.
Le autorità thailandesi richiedono una rendicontazione regolare. Ad esempio, chiunque sia titolare di un visto a lungo termine deve dichiarare la propria presenza ogni 90 giorni all’ufficio immigrazione. Questa formalità, apparentemente semplice, comporta multe immediate in caso di dimenticanza.
È inoltre essenziale distinguere il visto dal permesso di lavoro, poiché questi due documenti non hanno la stessa funzione. Il visto consente solo di entrare e soggiornare in Thailandia. Da solo, non dà mai l’autorizzazione a svolgere un’attività professionale. Il diritto di lavorare dipende dal permesso di lavoro rilasciato in virtù del Royal Decree on the Management of Foreign Workers. Un espatriato può quindi avere un visto perfettamente valido ma essere in infrazione se lavora senza permesso di lavoro. Questo errore comporta regolarmente controlli, multe e divieti temporanei di soggiorno. Chiunque desideri trasferirsi in Thailandia per un progetto professionale deve quindi assicurarsi questi due elementi distinti fin dall’inizio.
Comprendere la fiscalità quando si desidera andare a vivere in Thailandia
La questione fiscale è diventata ancora più importante dall’entrata in vigore delle Notifiche 161 e 162 nel 2024. Prima di questa riforma, una persona poteva vivere in Thailandia come residente fiscale senza essere tassata sui propri redditi esteri, purché non li rimpatriasse nello stesso anno. Dopo le notifiche, le regole sono cambiate. Un espatriato è ora soggetto a tassazione in Thailandia su tutti i redditi esteri trasferiti nel paese, anche se sono stati guadagnati l’anno precedente. Ciò riguarda stipendi, dividendi, redditi da locazione, pagamenti da clienti stranieri o guadagni in conto capitale. Molti espatriati che desiderano trasferirsi in Thailandia non sanno che un semplice bonifico bancario può creare un obbligo fiscale immediato.
Benoit & Partners elabora quindi una strategia fiscale personalizzata prima dell’arrivo del cliente. Analizziamo la fonte dei redditi, la data di percezione, l’esistenza di una convenzione fiscale bilaterale e l’impatto della riforma. Trasferirsi in Thailandia deve essere accompagnato da una solida preparazione fiscale, poiché questi errori comportano sanzioni e possono complicare il rinnovo dei visti a lungo termine.
Quale visto per andare a vivere in Thailandia: quadro giuridico e scelte strategiche
Per vivere serenamente in Thailandia, è indispensabile anticipare tutti gli aspetti pratici e giuridici che sorgono nelle prime settimane. L’insediamento va ben oltre la ricerca di un alloggio. Implica anche l’istruzione dei figli, l’apertura di un conto bancario, la copertura sanitaria, la firma di contratti, la registrazione presso le autorità locali, l’ottenimento di un numero fiscale e la stipula di un contratto di lavoro.
I visti che consentono di andare a vivere in Thailandia: comprendere le opzioni disponibili
Per andare in Thailandia è necessario scegliere un visto appropriato. Il quadro giuridico è piuttosto rigido, poiché è interamente regolato dall’Immigration Act B.E. 2522. Il primo gruppo di visti comprende i visti di soggiorno personali, tra cui il visto di pensionamento O o O-A per le persone di età superiore ai cinquant’anni. Questo visto richiede un livello minimo di fondi e un’assicurazione medica per alcune varianti. Si tratta di una delle opzioni più stabili per andare a vivere in Thailandia a lungo termine.
Un altro quadro molto frequente è il visto O (matrimonio), che consente di andare a vivere in Thailandia con un coniuge thailandese. Questo visto richiede di dimostrare una capacità finanziaria o un reddito regolare, nonché il rispetto di procedure annuali.
Il quadro dei visti professionali è rigorosamente regolamentato. Il visto B (business) è destinato ai dipendenti e agli imprenditori. Consente di andare a vivere in Thailandia per svolgere un’attività, ma richiede la presenza di un datore di lavoro o di una società conforme al Foreign Business Act. Il visto B non è mai sufficiente per lavorare; deve essere obbligatoriamente combinato con un permesso di lavoro, in conformità con il Royal Decree on Management of Foreign Workers. Per i profili più qualificati, i visti a lungo termine come l’LTR offrono una soluzione per investitori, pensionati facoltosi o lavoratori altamente qualificati, con condizioni rigorose in materia di reddito, assicurazione ed esperienza professionale. A ciò si aggiunge il visto ED, utilizzato per gli studi universitari, l’apprendimento della lingua thailandese o la scolarizzazione. È destinato agli espatriati che desiderano trasferirsi in Thailandia per motivi di apprendimento o integrazione linguistica per un breve periodo.
Il DTV è oggi un’opzione interessante per i lavoratori online, gli imprenditori digitali e i creatori di contenuti. Questo visto consente di trasferirsi in Thailandia con una certa flessibilità, pur imponendo condizioni rigorose in materia di reddito e assicurazione.
Se desiderate maggiori informazioni sui lavoratori online a Bangkok, potete consultare il nostro articolo.
La possibilità di aprire un conto bancario in base al visto scelto
Il visto influisce direttamente sull’accesso ai servizi bancari. Le banche thailandesi applicano le proprie regole interne, spesso più severe della legge. Un espatriato che desidera trasferirsi in Thailandia deve sapere che la maggior parte degli istituti apre un conto solo ai titolari di visti a lungo termine come il visto B, il visto O-A, il visto O, il visto LTR o alcune varianti del visto ED. Il visto turistico o il DTV, invece, non consentono generalmente di aprire un conto bancario, poiché non costituiscono una prova di residenza sufficiente.
L’apertura di un conto corrente bancario è un elemento essenziale quando si desidera trasferirsi in Thailandia, poiché è necessario per ricevere lo stipendio, pagare l’affitto, accedere alle assicurazioni o impostare addebiti automatici. Il nostro studio prepara i documenti necessari, contatta le banche partner, organizza gli appuntamenti e fornisce assistenza completa fino all’effettiva apertura del conto.
Prenota una consulenza legale con un esperto
Trasferirsi in Thailandia come imprenditore: quali sono gli obblighi che regolano l’attività?
Molti espatriati desiderano trasferirsi in Thailandia per avviare un’attività commerciale, lavorare come freelance o lanciare un’attività online, ma la legge limita notevolmente queste possibilità. Il Foreign Business Act limita la partecipazione straniera al 49% in molti settori. Una società al 100% straniera è possibile solo con una Foreign Business License o nell’ambito della promozione BOI, riservata ad attività specifiche. La creazione di una società richiede quindi una strutturazione del capitale conforme, diritti di voto adeguati, una contabilità regolare e l’ottenimento delle licenze necessarie. Benoit & Partners garantisce ogni fase per evitare qualsiasi discrepanza tra il progetto dell’espatriato e ciò che la legge thailandese consente realmente.
Andare a vivere in Thailandia per intraprendere un’attività imprenditoriale richiede anche una scrupolosa conformità. La società deve tenere una contabilità rigorosa, dichiarare mensilmente i propri redditi, rispettare gli obblighi dei dipendenti secondo il Labour Protection Act e ottenere i permessi di lavoro per gli stranieri. Benoit & Partners assiste gli imprenditori in ogni fase: costituzione, redazione dello statuto, strutturazione dell’azionariato, richieste di autorizzazioni, conformità fiscale, rapporti con il Department of Business Development e preparazione del permesso di lavoro. Il nostro intervento garantisce che l’azienda sia conforme fin dal primo giorno, evitando controversie e indagini amministrative.
Andare a vivere in Thailandia e acquistare un immobile: quali protezioni prevedere?
Per chi desidera andare a vivere in Thailandia, l’acquisto di un immobile deve essere affrontato con cautela, poiché il quadro giuridico impone limiti rigorosi agli stranieri. Il Land Code Act vieta l’acquisto di terreni, salvo casi eccezionali molto regolamentati. In pratica, la soluzione più semplice rimane la seconda, autorizzata dal Condominium Act, a condizione che la quota straniera del 49% non sia superata e che i fondi siano trasferiti dall’estero tramite un modulo FET.
Per una villa o un terreno, altri strumenti giuridici consentono di garantire l’occupazione: locazione di 30 anni, usufrutto, superfici o proprietà dell’edificio separata dal terreno. Ciascuna di queste opzioni deve essere redatta con precisione per evitare qualsiasi riqualificazione o nullità.
Acquistare in Thailandia implica anche verificare la conformità dell’immobile. Il nostro studio legale effettua una due diligence completa: titolo di proprietà, permesso di costruire, licenze, eventuali debiti della persona giuridica, spese comuni e ipoteche. Redigiamo o correggiamo i contratti, negoziamo le condizioni e accompagniamo la registrazione presso il Land Office. In un sistema giuridico diverso da quello europeo, questa protezione è indispensabile per acquistare in tutta sicurezza quando si desidera andare a vivere in Thailandia.
Perché scegliere Benoit & Partners quando si desidera trasferirsi in Thailandia?
Trasferirsi in Thailandia è una decisione importante che trasforma la vita personale e professionale. Il sistema giuridico thailandese è ricco, ma esigente. Gli espatriati devono fare i conti con leggi complesse, requisiti amministrativi rigorosi e un funzionamento istituzionale molto diverso da quello europeo. Benoit & Partners offre un accompagnamento completo per semplificare ogni fase. Il nostro studio fornisce consulenza ai propri clienti in materia di visti, fiscalità, immobili, creazione di imprese, conformità aziendale e pratiche presso le autorità locali.
Andare a vivere in Thailandia con Benoit & Partners significa beneficiare di una competenza franco-thailandese che tutela i vostri interessi e garantisce la sicurezza del vostro trasferimento.
Conclusione
Scegliere di andare a vivere in Thailandia è un’opportunità unica; tuttavia, un’avventura del genere richiede una consulenza legale rigorosa. Infatti, aspetti quali il visto da utilizzare, la fiscalità, l’acquisto di un immobile o la creazione di una società o ancora gli obblighi amministrativi sono ambiti in cui il diritto thailandese richiede una conoscenza dettagliata e precisa. Senza assistenza legale, i rischi di errori, sanzioni o controversie sono reali.
Grazie alla sua esperienza con centinaia di espatriati, Benoit & Partners accompagna ogni fase del progetto, anticipa le difficoltà, garantisce la sicurezza dei contratti, rappresenta i propri clienti davanti all’amministrazione e tutela i loro diritti. Trasferirsi in Thailandia diventa così una transizione fluida, assistita e serena. Con uno studio legale competente, l’espatrio si trasforma in un’esperienza stabile e duratura, fondata su basi giuridiche solide.
Domande frequenti
Dipende dal progetto. Il visto di pensionamento, il visto B, il visto O, il visto ED o il LTR sono le opzioni principali. Benoit & Partners identifica il visto più sicuro in base alla vostra situazione.
Sì, ma solo con un permesso di lavoro valido. Il visto da solo non è mai sufficiente. Ci occupiamo di tutte le pratiche presso il Ministero del Lavoro.
Non è possibile acquistare un terreno, ma è possibile acquistare un appartamento o assicurarsi una casa tramite un contratto di locazione, un diritto di usufrutto o una superficie. Verifichiamo i titoli e redigiamo i contratti.
Un residente fiscale deve dichiarare i propri redditi secondo il Revenue Code. I redditi esteri rimpatriati possono essere tassati. Strutturiamo la vostra fiscalità prima e dopo il trasferimento.
Sì, ma il visto deve essere adeguato. I visti a lungo termine facilitano l’apertura. Assistiamo nella preparazione dei documenti e nell’appuntamento in banca.
Per evitare errori in materia di visti, fiscalità, immobili o costituzione di società. Benoit & Partners garantisce la sicurezza in ogni fase del vostro trasferimento.
