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Aziende italiane in Thailandia e istituzioni: una relazione determinante per il successo?
L’insediamento di aziende italiane in Thailandia non è mai un processo improvvisato. Al centro di questa dinamica, il ruolo delle istituzioni locali è fondamentale. Lungi dall’essere semplici interlocutori amministrativi, esse sono i garanti del quadro giuridico, fiscale ed economico in cui le società italiane possono svilupparsi. Le aziende italiane in Thailandia devono comprendere questi meccanismi per accedere ai numerosi vantaggi offerti, in particolare dal Board of Investment (BOI), dal Department of Business Development (DBD) o dall’amministrazione fiscale.
Questo contesto giuridico si fonda in particolare sulle disposizioni del Codice Civile e Commerciale thailandese, il cui articolo 1096 stabilisce che una società a responsabilità limitata acquista personalità giuridica solo a partire dalla sua registrazione presso il Registro delle Imprese. L’articolo 5 del Foreign Business Act B.E. 2542 (1999) definisce inoltre le attività vietate o soggette a restrizioni per gli investitori stranieri, inclusi quelli italiani. La legge sulla promozione degli investimenti (Investment Promotion Act B.E. 2520 del 1977), in particolare gli articoli da 16 a 31, disciplina infine gli incentivi fiscali e i diritti riconosciuti alle imprese promosse dal BOI. La convenzione contro le doppie imposizioni tra l’Italia e la Thailandia, firmata il 21 dicembre 1977 ed entrata in vigore nel 1981, consente di evitare la doppia imposizione sui redditi e rafforza la sicurezza giuridica delle aziende italiane operanti in Thailandia.
Questo articolo propone di analizzare come un’impresa italiana in Thailandia possa utilizzare il quadro giuridico e il sostegno istituzionale per insediarsi in modo duraturo e beneficiare di regimi privilegiati.
Indice dei contenuti
La registrazione di aziende italiane in Thailandia presso le autorità competenti
Il ruolo del Department of Business Development
Le aziende italiane in Thailandia a tutti gli effetti iniziano con la registrazione presso il Department of Business Development (DBD) Questa fase comprende la prenotazione del nome, il deposito del Memorandum of Association, la redazione dello statuto e la registrazione finale. Il DBD verifica la struttura azionaria, il capitale sociale, l’oggetto sociale e le condizioni di conformità. Questa procedura è disciplinata dagli articoli da 1096 a 1111 del Codice Civile e Commerciale thailandese.
Casi che richiedono una Foreign Business License
Se la società è detenuta per oltre il 49% da interessi stranieri, è considerata una “società straniera” ai sensi dell’articolo 4 del Foreign Business Act B.E. 2542. In questo caso, deve richiedere una Foreign Business License (FBL), a meno che non sia promossa dal BOI. Un’impresa italiana in Thailandia, istituzione soggetta al FBA, dovrà quindi giustificare l’attività che intende svolgere e soddisfare i requisiti di ammissibilità stabiliti dalle autorità, in particolare i criteri di cui agli articoli 8 e 9 della legge.
Il sostegno del BOI allo sviluppo delle aziende italiane in Thailandia
Il Board of Investment è un’istituzione fondamentale per tutte le aziende italiane in Thailandia che desiderano svilupparsi nei settori promossi.
Il BOI consente agli investitori stranieri di accedere a incentivi fiscali quali l’esenzione dall’imposta sulle società per un periodo compreso tra 3 e 13 anni (articolo 31 dell’Investment Promotion Act), l’esenzione dai dazi doganali sulle macchine (articolo 28) e l’accesso alla proprietà straniera senza limiti di capitale (articolo 27).
Oltre alle agevolazioni fiscali, il BOI facilita l’ottenimento di visti e permessi di lavoro per gli stranieri (articolo 24), consente la piena proprietà della società ed esenta dall’ottenimento di un FBL (articolo 37). Un’azienda italiana in Thailandia può quindi operare in settori normalmente vietati, in tutta legalità.
Aziende italiane in Thailandia: obblighi fiscali e convenzione bilaterale
Dichiarazione e fiscalità locale
Un’impresa italiana in Thailandia è soggetta all’imposta sulle società con un’aliquota del 20%, ai sensi dell’articolo 65 del Thai Revenue Code. Deve registrarsi presso il Revenue Department entro 60 giorni dall’inizio della sua attività commerciale (articolo 3) e tenere una contabilità in thailandese ai sensi dell’articolo 69. I bilanci devono essere certificati da un contabile abilitato e depositati annualmente presso il DBD.
L’impresa è inoltre tenuta a presentare dichiarazioni IVA mensili, ai sensi degli articoli da 77/1 a 91 del Thai Revenue Code, nonché a versare le ritenute alla fonte ai sensi dell’articolo 50. Il contributo al fondo di previdenza sociale, imposto dal Social Security Act B.E. 2533, è obbligatorio non appena l’impresa assume personale. Il mancato rispetto di queste norme espone l’azienda a sanzioni e interessi di mora. L’azienda è soggetta a sanzioni fiscali, interessi di mora e persino sanzioni penali in caso di frode o omissione volontaria. (20%) in conformità con il Thai Revenue Code. Deve registrarsi presso il Revenue Department entro 60 giorni dall’inizio della sua attività (articolo 3 del Codice). Dovrà inoltre presentare una contabilità annuale e compilare le dichiarazioni mensili relative all’IVA (articoli 77/1 e seguenti), alle ritenute alla fonte e ai contributi sociali.
La protezione offerta dalla convenzione fiscale italo-thailandese
La convenzione fiscale italo-thailandese firmata nel 1974 ed entrata in vigore nel 1975 prevede diversi meccanismi per evitare la doppia imposizione. L’articolo 23 consente alle imprese italiane di beneficiare di un credito d’imposta in Italia equivalente all’imposta pagata in Thailandia. L’articolo 24 vieta qualsiasi discriminazione fiscale nei confronti delle aziende italiane in Thailandia.
L’articolo 25 prevede inoltre una procedura amichevole per risolvere le controversie relative all’interpretazione della convenzione. Un’impresa italiana in Thailandia, istituzione fiscalmente dichiarata, deve quindi documentare con precisione i redditi in questione e conservare i certificati di ritenuta per giustificare i propri diritti al credito d’imposta. Un’impresa italiana in Thailandia deve conservare i certificati di ritenuta alla fonte thailandesi (PND 54, PND 1, ecc.) per far valere i propri diritti al credito d’imposta. Si raccomanda vivamente di effettuare un’analisi preliminare della qualificazione dei redditi e del diritto all’esenzione, ai sensi degli articoli 7 (utili industriali e commerciali) e da 10 a 12 (redditi passivi). La Convenzione, in particolare gli articoli 23 (credito d’imposta) e 24 (non discriminazione), prevede meccanismi di eliminazione della doppia imposizione.
Le imprese italiane in Thailandia – istituzione dichiarata – possono quindi ottenere un credito d’imposta o un’esenzione sui redditi tassati localmente.
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Le istituzioni italo-thailandesi di accompagnamento delle aziende italiane in Thailandia
Il supporto dell’Ambasciata d’Italia e dell’Italian Trade Agency (ITA)
L’Ambasciata d’Italia a Bangkok rappresenta il principale punto di riferimento istituzionale per le imprese italiane che intendono operare in Thailandia. Attraverso i propri servizi economici e in coordinamento con l’Italian Trade Agency (ITA), l’Ambasciata accompagna le aziende italiane in Thailandia nelle fasi di ingresso, sviluppo e consolidamento sul mercato thailandese.
L’ITA fornisce strumenti di analisi di mercato, assistenza nella ricerca di partner locali, supporto alla promozione commerciale e orientamento sugli aspetti normativi generali, favorendo un inserimento strutturato nel tessuto economico locale.
Il ruolo strategico della Thai-Italian Chamber of Commerce
La Thai-Italian Chamber of Commerce (TICC) costituisce il principale punto di riferimento locale per le aziende italiane in Thailandia. La Camera facilita l’accesso a reti professionali e istituzionali, organizza eventi economici e settoriali e contribuisce alla messa in relazione con operatori thailandesi affidabili.
Per un’azienda italiana in Thailandia, l’adesione alla TICC consente di integrarsi in una comunità imprenditoriale attiva, di accedere a informazioni pratiche sul contesto normativo e di beneficiare di un ambiente favorevole allo sviluppo commerciale.
Il ruolo complementare della Bangkok Chamber of Commerce and Industry (BCCT)
Accanto alla TICC, alcune imprese italiane scelgono di aderire anche alla Bangkok Chamber of Commerce and Industry (BCCT), che riunisce un’ampia rete di aziende internazionali operanti in Thailandia. Sebbene di tradizione anglosassone, la BCCT organizza numerosi eventi inter-camerali e offre risorse utili per le aziende italiane in Thailandia che desiderano ampliare la propria rete di contatti e accedere a informazioni economiche aggiornate.
Altre istituzioni e punti di riferimento operativi
Ulteriori strutture istituzionali possono svolgere un ruolo rilevante nell’accompagnamento di aziende italiane in Thailandia. Il Servizio dell’Addetto doganale regionale presso l’Ambasciata, ad esempio, fornisce chiarimenti tecnici in materia di dazi doganali, classificazione tariffaria e normativa import-export.
L’Istituto Italiano di Cultura di Bangkok contribuisce indirettamente all’integrazione dei dirigenti e delle famiglie espatriate, promuovendo la lingua e la cultura italiana e facilitando i rapporti con la comunità locale.
A livello operativo, i consulenti locali, gli studi legali specializzati e i club d’affari settoriali rappresentano interlocutori fondamentali per questioni specifiche, quali l’accesso ai terreni, la strutturazione societaria, i rapporti con fornitori thailandesi e la gestione delle autorizzazioni amministrative.
Garantire la conformità continua delle aziende italiane in Thailandia
Una volta completata la fase di insediamento, le aziende italiane in Thailandia sono tenute a mantenere nel tempo la piena conformità giuridica, contabile e fiscale. Gli obblighi contabili annuali sono disciplinati dagli articoli da 1135 a 1206 del Codice Civile e Commerciale thailandese, che impongono la corretta tenuta dei libri contabili, il deposito dei bilanci presso il Department of Business Development e, ove applicabile, la revisione legale dei conti.
Sul piano fiscale, il Codice delle Entrate thailandese impone il mantenimento delle registrazioni fiscali e la presentazione regolare delle dichiarazioni periodiche, in particolare in materia di IVA, ritenute alla fonte e imposta sul reddito delle società.
In caso di modifica dell’assetto societario, dell’azionariato o della sede legale, è richiesto l’aggiornamento dello statuto e delle registrazioni societarie in conformità all’articolo 1152 del Codice Civile e Commerciale. Determinate modifiche possono inoltre rendere necessaria una nuova autorizzazione ai sensi del Foreign Business Act, qualora incidano sulla struttura di controllo o sull’attività esercitata.
L’anticipazione dei controlli da parte dell’Ufficio Immigrazione, dell’amministrazione fiscale o del Board of Investment richiede una gestione interna rigorosa, in particolare per quanto riguarda i contratti, i registri sociali, i flussi finanziari e il rispetto degli obblighi in materia di protezione dei dati.
Un’impresa italiana in Thailandia trae pertanto un vantaggio concreto dall’adozione di una governance giuridica strutturata e dal supporto continuativo di professionisti locali qualificati, in grado di garantire la conformità normativa e la sostenibilità dell’attività nel lungo periodo.
Perché rivolgersi a Benoit & Partners per assistere aziende italiane in Thailandia
Benoit & Partners è uno studio legale italo-thailandese riconosciuto per la sua profonda competenza nell’assistenza alle aziende italiane che desiderano insediarsi o svilupparsi in Thailandia.
Lo studio interviene in tutte le fasi del progetto: studio di fattibilità giuridica, strutturazione dell’investimento, ottenimento delle licenze necessarie, assistenza dinanzi al BOI, ottimizzazione fiscale, conformità con il Foreign Business Act, redazione di patti societari, assistenza in materia di diritto del lavoro, diritto tributario e contenzioso commerciale.
Grazie a una conoscenza approfondita delle pratiche amministrative locali e dei tempi effettivi di elaborazione da parte delle istituzioni (DBD, Revenue Department, Land Office, Immigration Bureau), Benoit & Partners garantisce la sicurezza delle procedure dei propri clienti e anticipa i rischi legali.
I team dello studio sono inoltre abituati a intervenire su casi delicati, che combinano strutturazione internazionale, fiscalità transfrontaliera, diritto immobiliare o contenziosi commerciali. Questo posizionamento multidisciplinare consente alle aziende italiane in Thailandia di beneficiare di un’assistenza completa e strategica.
Conclusione
Il successo delle aziende italiane in Thailandia si basa su una perfetta padronanza del quadro giuridico e su una collaborazione attiva con le istituzioni locali. Dalla costituzione della società allo sviluppo delle sue attività, ogni fase richiede un approccio conforme, strategico e assistito. Il ricorso al BOI consente di accedere a notevoli vantaggi fiscali, tra cui un’esenzione fiscale di 13 anni in alcuni casi (articolo 31 dell’Investment Promotion Act). La FTCC, l’Ambasciata, il DBD, il BOI e le autorità fiscali formano un ecosistema coerente al servizio dello sviluppo economico. Affidandosi a uno studio legale italo-thailandese competente, un’azienda italiana in Thailandia beneficia di una sicurezza giuridica duratura e di un solido radicamento nella regione ASEAN.
Domande frequenti
Le aziende italiane in Thailandia devono interagire con le istituzioni locali per garantire la validità legale della società, il rispetto del Foreign Business Act e l’accesso a eventuali incentivi del BOI. Senza questo supporto, l’attività può risultare irregolare o limitata.
No. Una Foreign Business License è richiesta solo se l’attività è soggetta a restrizioni. Le aziende italiane in Thailandia promosse dal BOI sono esentate dall’obbligo di FBL, purché rispettino le condizioni di promozione.
Le aziende italiane in Thailandia devono pagare l’imposta sul reddito delle società (20%), presentare dichiarazioni IVA e ritenute alla fonte e mantenere una contabilità conforme alle norme thailandesi.
La convenzione fiscale italo-thailandese evita la doppia imposizione, consentendo il credito d’imposta in Italia per le imposte pagate in Thailandia e garantendo la non discriminazione fiscale.
